martedì 25 novembre 2014

DC Strikes Back

Mentre la Marvel non sbaglia un colpo al botteghino ed è persino riuscita a far funzionare quella cagata pazzesca (cit.) che è Agents of SHIELD, l'accoppiata WB/DC è impegnata a fare questo.

Da un lato, abbiamo il produttore esecutivo della Marvel e il suo bieco assistente creativo intenti a cercare il gonfiacanotto giusto per i muscoli di Thor, a studiare i modi più creativi per mostrare la scollatura di Scarlett e sfornare sempre più battutine sarcastiche per Tony Stark. Tutto vale, nel loro minestrone di gusti e stili e il grande pubblico ne vuole ancora.

Dall'altro lato, abbiamo la DC, con i suoi polpettoni di due ore e mezza, in cui il concetto di supereroe viene macellato da gente come Christopher "Mi Manca l'Immaginazione" Nolan, David S. "Ogni Volta che Parlo di Supereroi Dico Cazzate" Goyer e, infine, Zack "Faccio Finta di Essere un Regista" Snyder.
Quando invece non stanno consegnando due delle loro maggiori property in mano a dei macellai che non sanno come lavorare sui supereroi (nel caso di Goyer e Snyder azzarderei direttamente "non sanno come lavorare", punto), si dedicano ad affossare i loro unici prodotti per la TV (Arrow e The Flash) a non essere un'insensata merda trash o uno dei peggio riusciti prodotti per adolescenti mai esistiti nella storia della televisione.

Nice job breaking it, DC.

La Marvel ha speso 4 anni e 5 film individuali per creare il fenomeno Avengers.
Noi, tolti i film di Nolan, che elimineremo, siamo a 1 (Man of Steel).
Che facciamo?
Semplice, un polpettone unico di Batman vs Superman, ma con anche wonder Woman e Aquaman.

domenica 2 novembre 2014

Lucca Comics 2014

Forse è presto per parlarne, essendo l'evento ancora in corso, ma non importa: ne parlerò lo stesso.

Da ormai qualche annetto, per Lucca Comics si staccano quantitavi impressionanti di biglietti.
155.000 nel 2011.
Superati i 180.000 nel 2012.
L'anno scorso, per l'edizione 2013, si sfonda la barriera dei 200.000 (per la precisione, 217.646 biglietti staccati nei quattro igorni dell'evento), con stime dei partecipanti totali che toccano le 380.000 presenze.


Non ho ancora trovato dati provvisori per l'edizione di quest'anno (quelli definitivi dovremmo averli nei prossimi giorni, considerando che oggi è l'ultimo giorno), ma, valutando da quanto ho visto nelle giornate di venerdì e sabato, direi che l'affluenza corrisponda alle aspettative che si possono avere osservando questi dati in crescita. Vedremo.

E' per questo che sono rimasto deluso dall'organizzazione logistica dell'evento. I numeri, su carta, parlavano chiaro: Lucca Comics è un evento in crescente espansione. +25.000 biglietti dal 2011 al 2012. +37.000 dal 2012 al 2013.
E Lucca, cittadina pittoresca e perfetta, a livello scenico, per accogliere questo tipo di evento, presenta comunque problemi non da poco, quando si tratta di infilarci dentro così tanta gente.
Non sono problemi insormontabili, né di facile soluzione: gestire questi numeri di persone è sempre difficilissimo, soprattutto in spazi ristretti.
L'impressione, trovandosi a dover girare per la città nella giornata di ieri (sabato, dunque con un afflusso di gente decisamente superiore rispetto al giorno precedente - e per ovvie ragioni), è che sia stato dedicata poca attenzione ai problemi derivanti dall'avere grandi masse di persone concentrate nelle strade di una piccola cittadina medievale.

Punto critico: le mura. Gli accessi sono pochi e di sicuro non agibili, quando si tratta di far passare grandi fiumane di gente. Del resto, i cancelli delle mura medievali sono specificamente progettati per far passare il minor numero di gente possibile. Sono opere di difesa, non servivano certo a facilitare l'accesso.
Della loro efficacia ci siamo resi conto ieri: accessi bloccati, senza organizzazione del flusso di visitatori. Si passava dove si poteva e, considerate le dimensionei degli archi di pietra, non c'era poi così tanta scelta.
Sarebbero serviti addetti a entrambi gli sbocchi, a direzionare i passaggi in entrata e quelli in uscita. Ma nulla, solo una gran confusione e passaggio bloccato.
Tempo di attraversamento: 20 minuti.

Le strade, in un punto in cui si stava larghi. 
In fondo, potete cominciare a notare le sardine.

Altre criticità, quali il posizionamento degli stand, hanno poi reso ingestibile la situazione all'interno, per non parlare dell'area games (storicamente "punto caldo" della fiera), con l'accesso reso assai ostico da code di oltre un'ora e scaglionamenti dei visitatori: ma non c'era proprio nessuna area più adatta e spaziosa? Suvvia, non è da ieri che i games hanno dimostrato di saper attirare una gran fetta di pubblico.

Peccato, perché l'evento è stato certamente un successo e non sarei sorpreso di vedere numeri finali superiori a quelli del 2013.
Dal punto di vista personale, è stato molto bello trovarsi calati nell'ambiente, incontrare amici e colleghi in giro per la fiera, parlare di progetti futuri e fare nuove conoscenze in quello che è sicuramente uno scenario pittoresco, adatto all'occasione.

Appuntamento all'anno prossimo, dunque.

giovedì 23 ottobre 2014

Avengers: Age of Ultron - Here Comes the Trailer

E, alla fine, è arrivato pure il trailer.



Ed è così che ci fregano. Lucine, esplosioni, Hulk e Tony Stark che si pigliano a mazzate nei denti. Eslposioni, personaggi, casino.
Poi sarà tutto un polpettone privo di senso.
Ma divertentissimo.

Cose! Esplosioni! Figosità!
Montaggio di svariati poster promozionali.

Ok, scherzi a parte, di tutto il trailer, l'immagine finale dello scudo di Captain America, spezzato, è bella potente.

venerdì 19 settembre 2014

The Expendables 3 - Caro Lei, Ora la Denunzio

Ehi, Sully! Ricordi quando ho detto che  ti avrei denunciato per ultimo?
Sì, sì! L'hai detto!
Ho mentito.


L'articolo in questione lo trovate qui.

Long story short: Expendables 3 ha fatto un floppone imbarazzante al botteghino e dunque la produzione, invece di farsi l'esamino di coscienza sulla possibilità di aver prodotto effettivamente una roba inguardabile, incolpano quelli che hanno scaricato il torrent e minacciano di rifarsi su di loro.

Ora, non voglio imbarcarmi in una disquisizione sul fatto che sia moralmente giusto o sbagliato scaricare dai torrent.
Accettiamo il dato di fatto, cioè che sia pratica diffusa in tutto il mondo. Esattamente come lo era registrarsi le audiocassette nei gloriosi anni del nastro magnetico, o passarsi/scambiarsi i fumetti usati quando non esisteva il culto sacro dell'imbustamento sottovuoto, che manco i riti per sacrificare agli Old Gods.

Non sono a conoscenza di dati effettivi che quantifichino l'effettiva perdita (sempre che ce ne sia una) da parte dell'industria. Tutto quello che si riesce a ottenere sono vaghe affermazioni, some su questo articolo di Forbes.
Al contrario, quando si parla dei benefici ottenuti dalle industrie grazie alla cosiddetta 'pirateria', i dati sono molto più precisi, studi alla mano.

Però, qualche misura di dato possiamo ben ricavarla anche solo dalla semplice osservazione di ciò che abbiamo davanti agli occhi.
Prendiamo Game of Thrones, il miracolo di incassi targato HBO. Costa una cifra stimata fra i 60 e i 70 milioni di dollari per stagione ed è lo show più scaricato al mondo.
Eppure, vanno avanti da quattro anni, il prossimo sarà il quinto, e pianificano di andare fino in fondo alle sette stagioni previste dai creatori.

You know... Because tits.

Ne possiamo dedurre che, nonostante il numero dei download, la serie faccia guadagnare alla produzione ben oltre i milioni spesi per crearla. Questo è un dato fuor di dubbio: sappiamo bene quanto facilmente uno show non all'altezza delle aspettative di un qualunque network, anche quando non è in perdita, venga tagliato senza pietà.
E, pure se avessimo bisogno di conferme, sono le persone dietro a Game of Thrones stesso a darcele, riconoscendo anzi i benefici apportati da una così larga diffusione del download.

Insomma, la gente della HBO ha il cervello acceso e non fa il calcolo semplicistico di tramutare il numero dei download in potenziali guadagni mancati. Sanno benissimo che sarebbe irrealistico. Forse hanno letto qualche studio intelligente in merito.
Chi scarica dai torrent non è qualcuno che parte interessato di partenza: quelli sono gli abbonati HBO. Le loro quote di guadagni sono già entrate.
Chi scarica, lo fa principalmente perché: a) non è disposto a pagare un abbonamento, ma gli interessa provare a vedere quello show; b) non ha l'abbonamento, ma gli hanno detto che lo show è bello; c) lo show non è disponibile in alcun modo nella sua zona.

I casi a e b non possono essere calcolati come guadagni mancati: di fatto, non sono abbonati e non ne hanno l'intenzione o la possibilità. In entrambi i casi, ottenere lo show tramite altri canali rappresenta solo che un vantaggio: se si appassionano abbastanza, magari i soldi per l'abbonamento li trovano.
Perché, ricordiamolo, nella maggior parte dei casi, la gente si è dimostrata disposta a pagare per un prodotto di qualità, piuttosto che scaricarlo gratis, per strano che possa sembrare a chi, in fondo, non capisce la reale forza della spinta della passione.
Nel terzo caso, la colpa è da ricercarsi nei limiti imposti da un'industria che si ostina a volersi isolare all'interno di una realtà globale. Paradossalmente, le persone del caso c sarebbero tutte abbonate, ma non possono perché non esistono accordi internazionali fra i network che permettano loro di farlo. L'unica alternativa che viene pertanto lasciata è il torrent.
In questo caso, paradossalmente, è l'industria stessa ad autolimitarsi, salvo poi intimare di non fare ciò che loro stessi ti hanno spinto a fare.

In definitiva, l'atteggiamento mostrato dai produttori di Expendable è miope, stupido e rischiosissimo. E, ovviamente, è anche tremendamente auto-indulgente. Meglio scaricare la colpa sui fantomatici 'pirati del web', piuttosto che ammettere che le ragioni per il calo al botteghino possano essere stati un guazzabuglio annunciato sin dal primo film della serie e l'incapacità di rinnovare la formula in maniera soddisfacente.
Oltre al fatto di fare un film mirato alla vecchia guardia dei fan dell'action, salvo poi mirare ogni aspetto a un target adolescenziale che non ha mai vissuto il clima in cui esistevano gli action movie di cui i protagonisti del film sono i massimi esponenti.

Expendables...
... Più Expendables...
 ... Ancora più Expendables...
Il prossimo poster sarà lungo sette km e mezzo.
Ma la noia sarà sempre uguale.

mercoledì 17 settembre 2014

Sul Perché la Polemica sulla Spider Woman di Manara è una Cazzata



L'autore del video (Maddox) centra perfettamente la questione sul moralismo gretto che è stato fatto su una copertina che ha qualcosa che non va solo se pensi che abbia qualcosa che non vada.

C'è lo stesso livello di sbagliato che in qualunque altra copertina di supereroi.
E' che chissà come nessuno se n'era mai accorto prima che il disegnatore fosse uno noto per le sue opere erotiche.

martedì 16 settembre 2014

Topolino #3069

Sul "Topolino" di questa settimana, troverete una mia storia, una di quelle a cui tengo particolarmente.
Si tratta di "Paperina e lo Stage Molto Movimentato", su disegni del maestro Luciano Gatto.
Prima di cominciare a lavorare come autore, ho infatti trascorso diversi anni a lavorare sulle banchine del porto della mia città, a partire dal 2004, imparando ad apprezzare l'onestà e la fatica di un ambiente lavorativo in cui si lavora non stop 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per tutto l'anno.

Una vista, ormai datata, del porto di Voltri, dove ho lavorato per la maggior parte della mia permanenza come socio CULMV. (fonte: www.voltriweb.it)

Grazie al lavoro in porto, ho potuto affrontare le spese degli studi universitari, confrontandomi per la prima volta con le problematiche di un lavoro reale, nel mondo reale. Si lavora con quasi ogni tempo atmosferico, spesso in condizioni di sicurezza precarie, ed è un lavoro pesante, duro, logorante.
L'ambiente è grezzo, semplice, governato da dinamiche grezze e semplici. Il metro di giudizio sul valore di una persona non è la sua capacità di far carriera o di schivare il lavoro duro, ma la sua buona volontà e solidarietà con i colleghi.

Nell'ambiente portuale non è affatto strano che voli l'occasionale "sganassone" durante una discussione, ma è altrettanto vero che si è sempre pronti ad aiutare un collega di cui si ha stima, anche se è uno con cui sei venuto alle mani qualche giorno prima. Ne segue logicamente che i furbi e gli scansafatiche sono malvisti e possono aspettarsi una pesante manata, ma non la solidarietà.
I furbi, nel lavoro portuale, esistono come da tutte le altre parti, ma non fanno una vita altrettanto bella. Potranno lavorare meno, o avere incarichi più leggeri, ma non avranno la stima dei colleghi e, senza di quella, in porto si fa vita grama.

In sostanza, è un lavoro che, con i suoi pregi, ma anche con i suoi lati brutti, mi ha dato tanto in termini di formazione personale, insegnandomi che, con la volontà di fare, si possono raggiungere tanti obiettivi.
E tutte queste cose ho cercato di metterle nella storia: l'attività costante e quasi febbrile di un organismo produttivo che non si ferma mai, le dinamiche tra colleghi, non sempre rosee, le varie parti delle operazioni di carico e scarico, il pericolo di un lavoro in cui qualunque cosa si muova è pericolosa e qualunque oggetto lasciato a mezzo può essere non solo un intralcio, ma anche una causa di infortunio.

Potrei tranquillamente dire che, in questa storia, trovate una parte di me.

giovedì 4 settembre 2014

Star Wars Nostalgia


Potevo ignorare l'occasione di postare un video di Star Wars, così com'era in originale, prima che a Lucas saltasse il ticchio di pisciare sulla sua stessa opera con rimaneggiamenti e aggiunge utili quanto il naso a un tronco di pino?



No, non potevo.
La speranza è che, ora che la property è fuori dalle grinfie del vecchio pazzo, finalmente si riesca a mettere le mani su una versione blue-ray non editata.
Incrociamo tutte le appendici possibili.

giovedì 28 agosto 2014

The Expendables - Il Senso dell'Eroe d'Azione

Sottotitolo: e perché è perfetto che sia Mikey Rourke a spiegarcelo.
C'è un momento nel primo Expendables che, secondo me, vale da solo tutto il film, cioè quando il personaggio di Mikey Rourke spiega a Barney Ross perché è giusto tornare sull'isola a salvare la ragazza.



Nel film, Mikey Rourke interpreta un vecchio mercenario a riposo, sopravvissuto alla vita violenta, ma distrutto dai demoni interiori che quella vita stessa ha creato. I suoi giorni di gloria sono finiti: non ci sarà per lui un ritorno trionfante sul campo di battaglia.
Il suo più grande demone è il non aver salvato una persona. Ha deciso di non essere coinvolto.
"Tra tutte le vite che ho preso, quella era una che avrei potuto salvare."
Ma non l'ha fatto e così ha creato il demone interiore che lo perseguita.

Queste parole, dirette al protagonista Barney Ross (Stallone), hanno un significato ben preciso: la vita violenta dell'eroe d'azione, la sua esistenza stessa, non ha senso se non c'è qualcuno da proteggere.
Questo momento è, nella sua semplicità e nel suo essere senza speranza, una dichiarazione d'amore all'intero genere action.
Un momento perfetto.

Ed è perfetto che sia Mikey Rourke a raccontarlo, non solo perché lo fa dannatamente bene, rendendo le sfumature del rimorso e della disperazione di un uomo che non può tornare indietro per rimediare, ma anche perché nell'interpretare un uomo stanco, vecchio, rovinato dalla vita e con i suoi demoni con cui fare i conti, Rourke non è quel personaggio. In quel momento, è quel personaggio a essere lui.

domenica 24 agosto 2014

Finite le Vacanze

Dopo un mese esatto di silenzio, riprenderò l'attività sul blog.
Dai, almeno abbiamo avuto una bella Estate.

Già.

giovedì 24 luglio 2014

Le Buone (e Cattive) Maniere dello Spoiler

I ragazzi di ScreenJunkies hanno fatto un'interessante discussione sullo spoiler: che cosa costituisca spoiler, come venga considerato nel mondo dei social media e delle condivisioni e quali siano alcune linee guida su come comportarsi civilmente in merito allo spoiler.

Ho trovato molto interessante il video, pur non condividendo al 100% tutte le opinioni. Eccovelo:



In chiusura, vi faccio la stessa domanda che hanno fatto quelli di ScreenJunkies. Che cosa ne pensate voi?
No, io non regalerò alcuna maglietta per la risposta migliore.
Circolare.

venerdì 18 luglio 2014

TransThor

In risposta alle accuse di mancanza di diversità tra le fila dei suoi supereroi, la Marvel ha preso Thor e l'ha fatto diventare donna.
Ok.
Posso capire che si voglia andare incontro a un'esigenza espressa dal pubblico (posto che un conto è sondare gli indici di gradimento e un altro è consentire al pubblico di dettare legge): d'altronde, l'universo Marvel, come tutti gli universi narrativi, esiste per vendere sé stesso.

Thor e il suo martellone.
Per essere più espliciti di così, bisognerebbe essere non un fumetto, ma un manuale sul simbolismo fallico.

Però, prendere un personaggio e semplicemente farlo diventare donna è una risposta zoppa.
Non me ne frega nulla del personaggio originale (che tanto è cambiato già un milione di volte, una più o una meno sarebbe il minimo).

Posto che ha la stessa credibilità di Sasha Grey icona dell''autoaffermazione femminile, quest'operazione puzza di pigrizia creativa, di pavidità editoriale, sa di manovra fatta per accontentare i fan per una o due settimane (mesi? Anni?), poi via di nuovo come prima.

Thor, dopo l'operazione.
Una vera valkyria, donna guerriera capace di autoaffermarsi a ceffoni.
Ma ha sempre il martellone. Traetene le conclusioni che volete.

Il pubblico vuole più supereroi femmina? Ottimo.
Diamogli supereroi femmina. Nuovi.
Certo, questo richiederebbe spinta creativa, dinamicità editoriale, richiederebbe di avere qualcosa di nuovo da dire.

Detto questo, magari sto pigliando una cantonata clamorosa e i fatti mi smentiranno in modo spettacolare. Non sarebbe certo la prima volta. E se questo ci conducesse a una Natalie Portman nei panni del dio del tuono, non sarebbe affatto male. Suvvia, una come lei merita sempre più screen time, a prescindere.

venerdì 11 luglio 2014

Dieci Motivi per NON Uscire con un Autore di Fumetti

I social media ci bombardano costantemente di consigli sentimentali.
Le mie preferite sono le svariate ragioni per uscire con questa o quella categoria di persone.
Ma il problema è che così sembriamo tutti buoni, tutti perfetti, tutti luccicanti gioielli con cui passare una felice vita di pucciose attenzioni reciproche e coccole domenicali sotto le coperte, anche di lunedì!

Purtroppo, il mondo non è così.
E io vi do dieci motivi per cui uscire con un autore di fumetti è una pessima idea.

Ruggedly handsome writer.
Ma non è tutto rose e fiori.

#10 - Lavoriamo con una cosa che ci diverte tantissimo. Questo vi indurrà a credere che il nostro lavoro pesi meno degli altri e che possiamo sottrarre tempo a esso per badare alle cazzate che nemmeno voi avete voglia di fare. Non è così e questa piccola incomprensione porterà a litigi senza fine, piatti rotti, oggetti volanti per casa e altre amenità da far sembrare La Guerra dei Roses roba da dilettanti.

#9 - Al cinema e davanti alla TV siamo insopportabili. Quelli di noi che non sanno stare zitti anticipano immancabilmente tutti i colpi di scena e indovinano il colpevole di Castle non appena compare in scena (generalmente con la scritta "COLPEVOLE" tatuata in fronte in caratteri così grossi che solo un autore cieco o distratto dalle grazie della propria dolce metà può mancare - e non è nemmeno detto, con buona pace delle vostre notevolissime grazie). Quelli di noi che stanno zitti, si lamenteranno dopo dei passaggi scritti male.


#8 - Può capitare che, a metà di una conversazione, noi tiriamo fuori un taccuino e cominciamo a prendere appunti. Non è detto che riguardino voi, la discussione in atto o altro e non è detto che stiamo smettendo di sentirvi. Però accade e può essere fastidioso. In realtà, stiamo solo facendo ciò per cui siamo stati programmati.

#7 - A volte, quando ci venite a parlare di cazzate come il colore della minigonna della cugina stramba della vostra migliore amica mentre stiamo scrivendo, la tentazione è quella di reagire come Jack Torrance. NB: non siate femministe, questo punto può essere convertito anche al maschile e avrebbe lo stesso valore. Semplicemente, non avevo voglia di farlo e avere due parole su tre che finiscano in a/o e/i è esteticamente di una bruttura tale da farmi venir voglia di dare capocciate al muro più vicino fino alla perdita dei sensi o, per lo meno, della vista.



#6 - I nostri amici sono come noi e i nostri discorsi sono strani, astrusi e incomprensibili alle vostre orecchie profane.

#5 - Quando i vostri amici e le vostre amiche vi chiederanno che lavoro facciamo, non ci crederanno. O penseranno che abbiate capito male: loro vi stavano chiedendo del lavoro, non del nostro hobby, sciocchine (o sciocchini)!

#4 - In casa nostra ogni minimo spazio vuoto è destinato a essere riempito da strani oggetti cartacei di colore bianco e spessore variabile, occupati da strani segnetti neri e disegni.

#3 - Peggio ancora, tali oggetti sono a noi più cari del vostro stesso sangue. Guai a voi se li rovinate: scatenereste la Terza Guerra Mondiale.

- Hai visto la caffettiera da qualche parte?
- Prega Dio che non si sia rovesciata sui libri...


#2 - Siamo gente con la testa sempre fra le nuvole. Leggiamo fumetti, li scriviamo, ne discutiamo. Quando non sono fumetti, sono film, telefilm, libri, cartine dei biscotti della fortuna cinesi, cartelloni pubblicitari. E quando non li stiamo leggendo, li stiamo rielaborando, decostruendo, smontando, dissezionando, manco fossero coniglietti nei sotterranei segreti di una ditta di prodotti cosmetici.

#1 - Non smettiamo mai di lavorare. Mai. Il nostro cervello è una macchina letale programmata per assorbire la realtà e riformularla in storie. Siamo sull'autobus e lavoriamo. Siamo a fare shopping con voi e lavoriamo. Durante il sonno, mentre stiamo sognando, indovinate un po'... Esatto, LAVORIAMO! Perché poi, magari il sogno ci fa venire in mente un buon elemento per una storia. Siamo al funerale di vostra nonna, guardiamo i presenti e lavoriamo, incameriamo, assorbiamo. Sempre, costantemente, incessantemente. Non avrete mai la certezza che, parlandoci, noi non trarremo ispirazione per il nostro prossimo lavoro.

Smettiamo quando vogliamo.

#0 Bonus Round - Quando rimaniamo bloccati, che non riusciamo a risolvere quella sfuggente pagina stramaledetta... Non avvicinatevi: siamo strafottute tigri del Bengala incazzate e affamate da dieci giorni.

mercoledì 9 luglio 2014

Topolino e la Contessa Contesa

Sul numero 3058 di Topolino, uscito in edicola la settimana scorsa, compare questa mia storia, in chiusura dell'albo. Ma forse già lo sapete, perché ne ho parlato qui.

Infatti, l'immagine è la stessa.


Scrivere questa storia è stato divertente e interessante, tra duelli a suon di sciabola e ricerche per documentarmi sul periodo storico.
Alla fine, "Topolino e la Contessa Contesa" è comparsa su un numero importante, il 3058, che vede il ritorno di un personaggio enorme come PK e che ci regala con un gadget estivo tra i più belli che io ricordi. Questo ve l'ho però già detto. Vi ho anche già detto che il 3058 è stato stampato in mezzo milione di copie, che è un numero importantissimo e una grande scommessa editoriale.
Il fatto che questa mia storia sia stata scelta per comparire su un numero del genere è stato per me allo stesso tempo una bellissima sorpresa e un onore.
Leggere i commenti positivi in merito, qua e là, tra facebook e forum, lo è stato ancora di più.
Pertanto, vogliate perdonarmi se vi ho afflitto una volta di più con un post riguardo a "Topolino e la Contessa Contesa": questo non è un post di vanterie.
Questo è un post di ringraziamenti.
Un grazie va a chi ha creduto che questo mio lavoro andasse bene per un numero così importante.
Un grazie va a Giuseppe Zironi, che con i suoi bellissimi disegni ha portato alla vita i personaggi e i luoghi.
Un grazie, infine e soprattutto, va a voi lettori, che avete apprezzato la storia anche accanto a un gigante mitico come PK.
Grazie, davvero.

If we shadows have offended, Think but this, and all is mended, That you have but slumber'd here While these visions did appear. And this weak and idle theme, No more yielding but a dream, Gentles, do not reprehend: if you pardon, we will mend: And, as I am an honest Puck, If we have unearned luck Now to 'scape the serpent's tongue, We will make amends ere long; Else the Puck a liar call; So, good night unto you all. Give me your hands, if we be friends, And Robin shall restore amends.

domenica 29 giugno 2014

Topolino 3058

Il prossimo Mercoledì (cioè il 2 Luglio), esce Topolino 3058: torna PK, c'è il gadget superbellissimo e c'è anche una storia mia (che è una di quelle a cui tengo tantissimo).

Con i bellissimi disegni di Giuseppe Zironi.
Suvvia, correte tutti a comprarlo. E con tutti intendo:
Non temete di trovarlo esaurito: è stato stampato in 500.000 copie.

mercoledì 25 giugno 2014

Morto Eli Wallach

Mi capita di leggere questo tweet di @Linkiesta
Ieri è morto Eli Wallach, 98 anni, lucidissimo.

Il mondo si divide in due: chi ha il bastone in mano e chi sta per essere colpito.


Ciao, Tuco.

lunedì 23 giugno 2014

Redemption is Spelled D-O-N-T

Il bello di un gran personaggio cattivo è, banalmente, il suo essere cattivo.
Quando un personaggio cattivo diventa buono, non siamo davanti a un gran colpo di scena. Non stiamo approfondendo il carattere del personaggio. Lo stiamo banalizzando.

Non sto parlando di quei personaggi che sembravano solo essere cattivi, invece erano solo incazzati neri.
Né sto parlando di quei personaggi che completano un percorso di redenzione con il sacrificio estremo.

Queste sono cose che hanno una loro funzione nell'arco narrativo.

Sto parlando di tutti quei personaggi che piacciono un sacco al pubblico, quindi dobbiamo per forza farli diventare buoni, dar loro un retroscena che in qualche modo giustifichi il loro essere malvagi.
No, cazzo.
Un personaggio malvagio non ha bisogno di essere altro che sé stesso.

Pigliamo Darth Vader. E' l'esempio perfetto, perché ci permette di vedere come, pur redento in modo giusto, il personaggio esca malconcio dall'operazione del prequel.

Cattivo perfetto--

Di lui non si sa nulla, eccetto che ha tradito i Jedi e li ha sterminati. E' il capo militare dell'Impero, il braccio destro dell'Imperatore stesso ed è una macchina da combattimento pressoché inarrestabile. Quando entra in scena, sai che per i buoni l'unica speranza è la fuga.
Cattivo esemplare, domina per tre film e completa il suo ciclo con un atto di redenzione definitivo: si sacrifica per salvare il proprio figlio.
Epica moderna nel suo stato più puro.

Poi, entra in gioco il prequel. E ci viene spiegato il perché e il percome di tutto il drammatico percorso psicologico che parte dal bambino di buon cuore, generoso e altruista, al mostro di metallo nero dalla mente contorta. Ma il saperlo ci toglie tutta la minaccia del personaggio originale.

-- Personaggio banale.
Non hanno aiutato la recitazione tipo ciocco da camino e i dialoghi scritti pensando a una mozzarella morta.
 
Il personaggio ne esce umanizzato, riusciamo a capire perché sia passato al Lato Oscuro e, francamente, non possiamo non condividerne il pensiero: chi non ha qualcuno per cui rischierebbe tutto, persino la propria integrità morale?
Ma il bello di Darth Vader era proprio il suo essere disumano: uccide il suo vecchio maestro. Giustizia i suoi sottoposti senza un attimo di rimorso. Taglia la mano a Luke, che è suo figlio. Quando scopre di avere una figlia, il suo primo pensiero è di farla diventare un essere malvagio e mostruoso quanto lui. E il fatto di non sapere il motivo per cui sia un tale mostro disumano ne aumenta la potenza: non sappiamo, dunque non comprendiamo, dunque non giustifichiamo, non ci immedesimiamo in lui.

O Maleficent, protagonista del recente blockbuster: ne La Bella Addormentata nel Bosco, Malefica è la strega cattiva, che si infuria per non esser stata invitata al battesimo della principessa e per questo mette in atto una vendetta tremenda.
Che bisogno c'è di sapere altro su di lei? Fa paura perché di lei sappiamo solo che è malvagia ed egoista.
Non abbiamo bisogno di sapere che una volta lei era buona. Non abbiamo bisogno di sapere che è stata tradita e che le son state bruciate via le ali con il ferro. Anzi, è dannoso, perché la giustifica. E se è giustificata, allora è meno malvagia: diamine, sarei incazzato anch'io se mi affettassero per tornaconto personale.

Chi è la più buona buonina?
E la più cattiva cattivona?

In definitiva, quando un personaggio cattivo viene spiegato, non lo abbiamo approfondito.
Lo abbiamo rotto.

PS: grazie a Davide per avermi fornito, come spesso accade, lo spunto per questo post durante una conversazione cinematografica.

martedì 17 giugno 2014

Sono Insopportabili Questi Fan

E non va bene perché quel personaggio nei libri non moriva.
E non va bene perché nei libri quel personaggio diceva quella frase.
E non va bene perché nei libri quel personaggio compariva in quel momento.
E non va bene perché quei due personaggi nei libri non si incontrano.
E non va bene perché nei libri quel personaggio non c'era.
E non va bene perché nei libri quel personaggio c'era, nella serie no.

Gli spoileropati di Game of Thrones non erano abbastanza. Dobbiamo anche sussarci i filologi dei romanzi.
Ma godetevi la storia (che è raccontata meglio nella serie che non nei libri) e, per favore, trattenetevi dal frantumare gli zebedei al resto del mondo per ogni virgola che non viene inquadrata dalla cinepresa.

Questi sono i libri--


-- E questa è la serie TV.
Ora facciamo un bel gioco: scova le differenze.
Ma senza rompere le scatole agli altri.


domenica 15 giugno 2014

Sono Pazzi questi Fan

Decisamente pazzi, ma creativi.

Che Star Wars sia fortemente ispirato dai lavori di Kurosawa non è un segreto. Il buon Sillof, appassionato creatore di action figures, tra cui quella di sé stesso, ci mette del suo, ed ecco le action figures dei personaggi di Star Wars in versione Giappone feudale.

Questi non sono i contadini che state cercando.

sabato 14 giugno 2014

Aquaman Sucks

Art by Jim Lee.

Si vocifera in questi giorni che Jason Momoa potrebbe vestire i panni a scaglie del biondo atlantideo.
Mi è subito venuto in mente lui:

That's probably racist.

Sì, è la seconda volta che perculo un casting di Momoa.
No, non ce l'ho con lui.

giovedì 12 giugno 2014

mercoledì 11 giugno 2014

To HELL with you!


Oggi sarò di poche parole e mi limiterò a darvi la più badass delle preghiere badass.


Conan the Barbarian, 1982.

Seriously, you can't get any more badass than this.

sabato 24 maggio 2014

Il Buono, il Brutto, Il Cattivo

Uno dei miei film preferiti, il mio western preferito, questo film è parte di quel filone che definisco epica moderna.
Se doveste chiedermi in quale personaggio io mi identifichi maggiormente, non avrei dubbi, vi risponderei in un attimo, senza esitazione.

 The Good?

The Bad?

No. The Ugly.
 
Esatto, lui. Tuco.
Anzi, Tuco Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez ("Detto il porco").
Non è coraggioso.
Non è intelligente.
Non è una brava persona (ma è l'unico onesto).
Dei tre, non è nemmeno quello dotato di particolare talento.
Tuco è una persona che si arrangia, uno a cui la vita ha dato solo sberle in faccia. E' uno che la sua strada se l'è dovuta cercare da solo, contro tutto e tutti. La sorte, persino quando lo aiuta, lo getta sempre in qualche guaio, è quello che ne esce peggio da quasi ogni situazione e dei tre è l'unico, alla fine, a essersi realmente sudato quegli stramaledetti dollari.
E' lui quello che viene torturato per ottenere il nome del cimitero, è lui quello che deve fuggire dalla prigionia contando sulle proprie forze, è lui quello che cerca e trova la tomba, è lui quello che scava.
Tuco si può riassumere così: è quello con la pistola scarica e, purtroppo, il mondo è diviso in due: chi ha la pistola carica e chi scava.

In definitiva, Tuco è il mio preferito, perché è uno che le cose se le deve guadagnare, uno cui nessuno regala nulla, è uno di noi.
E' il Brutto.

E questa è una delle scene più belle della storia del cinema.

mercoledì 21 maggio 2014

Harry Potter e il Calice di Fuoco

Vi avevo promesso qui che sarei tornato a parlare dell'argomento Harry Potter e il Calice di Fuoco qualora avessi trovato un modo di farlo che non ricadesse sotto l'etichetta di "ennesimo rant insensato su un blog".

Questa scena capita talmente tante volte nella serie, che potrebbero benissimo copincollarla da una volta all'altra, anziché continuare a girarne una diversa ogni volta.
 
Ecco, i tipi di Cinema Sins lo hanno fatto al posto mio e, siccome quasi tutto quello che dicono riguardo al film si applica magnificamente al libro, oltre a combaciare perfettamente con quello che avrei voluto dire nell'ipotetico post a riguardo, godetevi il filmato:

martedì 6 maggio 2014

Robocop - 2014

Normalmente, i remake non mi piacciono, soprattutto dato che la Hollywood odierna sembra incapace di proporre qualcosa che non sia un remake, un reboot, sequel, prequel o tratto dai fumetti.
E sarò onesto: la mia reazione, quando ho sentito per la prima volta del remake di Robocop, non è stata positiva.
Robocop aveva un suo posto ben preciso e definito nel vicino futuro così come era concepito negli anni '80. Come poteva dirci qualcosa sulla società del nuovo millennio?

Mi sbagliavo. Questo remake è perfettamente calato nella nostra epoca e non si perde a scimmiottare il predecessore, pur mantenendone alcuni stilemi, aggiornati (principalmente la trasmissione televisiva).

Il nuovo Robocop.
Nel bene e nel male, questo è un look appropriato ai nostri tempi.
Non starò a fare la filippica sulla difesa nostalgica del vecchio costume, perché non avrebbe senso.

Intendiamoci: il nuovo Robocop non è privo di difetti. Registicamente è piuttosto scarso e la storia procede sul binario della banalità prevedibile, per fare capolinea nella stazione del finale buonista a tutti i costi, che rovina definitivamente quel poco di sensazione di orrore che abbiamo provato nel vedere l'agente Murphy tenuto in vita sotto forma una testa montata sui propri cuore e polmoni (scena dove, peraltro, la regia insipida risalta violentemente, minimizzando e sprecando l'effetto orrorifico). E' inoltre assente (ed è un particolare non secondario) il senso di mancanza di legge e di impotenza della polizia.
Nel film di Verhoven, gli agenti morivano quotidianamente sulle strade, mentre i criminali scorrazzavano impunemente per la città.
Nel remake, queste motivazioni sono accennate, ma mai viste.

Un particolare parallelismo tra il vecchio e il nuovo film è opportuno sottolinearlo, però: nella pellicola di Verhoven, avevamo la quarta direttiva che impediva a Robocop di danneggiare o in qualunque modo agire contro un esecutivo OCP. Nel remake, abbiamo un dispositivo che emette un segnale, sostanzialmente conferendo gli stessi benefici a colui che lo indossa.
La soluzione adottata nell'87 era geniale, quanto semplice: nel momento cruciale, quando Robocop affronta il cattivo, senza però poterlo ferire, ed è pertanto inerme di fronte a lui, il presidente della OCP esclama "Sei licenziato!", istantaneamente rimuovendo l'ostacolo e permettendo al nostro  di trionfare.
Nel remake, la soluzione è molto meno elegante ed estremamente stucchevole: Robocop riesce a sparare al cattivo grazie alla forza dell'amore verso il figlio.


Se ci fermassimo qui, il Robocop di quest'anno si rivelerebbe l'ennesimo sottoprodotto hollywoodiano da dimenticare al più presto.
Ma, secondo me, questo film mediocre ha un particolare che, ai miei occhi, lo ha salvato, almeno in parte: la società, infatti, è presentata nel suo aspetto peggiore. Alla base della storia c'è il profitto che la OCP intende trarre dalla commercializzazione dei robot sul mercato USA.
Le menzogne hanno il volto di Samuel L. Jackson, presentatore e commentatore TV il cui compito è di agiografare ed esaltare l'efficacia dei robot in qualità di tutori dell'ordine.

Ma questa è solo la prima parte.
C'è anche la parte in cui l'Uomo diventa prodotto di consumo da commercializzare spietatamente, svestendolo di tutta la sua umanità nel processo (e qui è quando vediamo che del corpo di Alex Murphy sopravvivono soltanto testa, polmoni e mano destra: il resto è la macchina prodotta dalla OCP).
Il successo della commercializzazione richiede ulteriori passi, atti atroci che privano Murphy del libero arbitrio. Queste decisioni vengono prese senza un secondo di esitazione dall'eccellente Michael Keaton, nelle vesti dello spregiudicato direttore OCP e dal suo staff.
Tutto quanto viene pensato in termini di marketing e di soluzioni di merchandising, in quello che è uno specchio svilente, ma estremamente realistico, della realtà attuale. Ovvio, non si può commerciare sul corpo mutilato di un essere umano, ma, facendo l'assurda ipotesi che si possa, sarebbe esattamente così.
E la conclusione di Samuel L. Jackson, che difende l'operato disumano della OCP, chiudendo con la frase "perché l'America è il Paese più grande del mondo!" è il chiodo finale piantato sulla bara che è questo giudizio spietato, eppure tragicamente veritiero, della nostra società, una società che, in nome del profitto, non esita di fronte a nulla, nemmeno agli atti più atroci.

domenica 4 maggio 2014

May the 4th Be With You!

Oggi è lo Star Wars day.
Circa trent'anni fa, scoprivo quella Galassia lontana lontana.
Tra prequel, sequel, parodie, spinoff, videogiochi e universo espanso, non stiamo parlando più di tre semplici film, ma, nel bene e nel male, di uno dei più grandi movimenti culturali (e operazioni di merchandising) della nostra epoca.

Scaldate i motori subluce, angolate i deflettori e controllate di avere il blaster carico.
L'avventura non finisce mai.

Che la Forza sia con voi.

venerdì 25 aprile 2014

Del 25 Aprile e del perché siamo stati fortunati.

E' presto detto.
Per tanti, oggi, 25 Aprile è solo una data in cui si fa festa.
Per la maggior parte di questi, si fa festa perché è il giorno della liberazione d'Italia.
Ma, al di là di questo, tanti, troppi, non sanno. La Seconda Guerra Mondiale comincia a essere una pagina sempre più remota della storia mondiale. Aggiungiamo che, qui in Italia, la Storia, così come insegnata nelle scuole, già da almenoventicinque anni si ferma con il '48. Milleottocentoquarantotto.
Prima e Seconda Guerra Mondiale vengono menzionate in fretta e furia, schiacciate negli ultimi, disattenti, giorni di scuola, in cui la mente di studenti e insegnanti è già rivolta alle vacanze.

Ma noi siamo stati fortunati e intendo dire storicamente fortunati, perché i nostri nonni hanno vissuto la Grande Guerra in prima persona. Ce l'hanno raccontata, così come l'hanno vissuta. Ai nostri occhi, quegli eventi sono veri. Sono accaduti. I bombardamenti, la paura, la borsa nera, i rastrellamenti, gli sfollati. Li abbiamo vissuti attraverso le esperienze dei nostri nonni.
E' un dato anagrafico innegabile che, lentamente, queste testimonianze dirette debbano sparire.

C'è una lapide, in una piazza vicino a dove vivo. E' una cosa di marmo con lettere di piombo. Vecchia, sporca, maltenuta, annerita dallo smog. Alcune lettere sono cadute e mai sostituite. Si trova al centro di un'aiuola ormai priva d'erba, piena di rifiuti, ombreggiata da pochi alberi anche loro anneriti e debilitati dallo smog cittadino.
E' una lapide alla memoria dei partigiani caduti durante la lotta della Resistenza.
Da piccolo, mi fermavo a leggere i nomi. Pensavo ai partigiani, perché il secondo marito di mia nonna era stato un partigiano, di ritorno dalla disastrosa spedizione russa.
Pensavo alla Grande Guerra, perché entrambe le mie nonne me ne avevano parlato spesso. Mi avevano fatto capire che cosa volesse dire muoversi con il costante pericolo delle bombe, doversi accalcare in un rifugio sotterraneo mentre gli aerei da guerra sorvolavano il cielo della città, disseminando il loro carico di morte.

Ancora oggi, a Genova, esistono palazzi diroccati, distrutti dalle bombe e mai più ricostruiti. Sono cadaveri di un tempo che deve essere ricordato, a tutti i costi. Ma nessuno ci fa più caso, perché i nonni che raccontavano quelle storie stanno passando, uno alla volta. Come ho detto, è un fattore anagrafico. Non possiamo farci nulla.

Quello che possiamo e dobbiamo fare è impegnarci a fondo per trasmettere quei racconti, quelle esperienze. Ed è ancora più importante farlo in questo mondo, dove le immagini di guerre e atrocità entrano quotidianamente in casa nostra, tanto da non farci nemmeno più passare la voglia di mangiare.
Dobbiamo farlo, perché da tutti i lati stanno tornando idee pericolose. Ideologie distorte.
Dobbiamo farlo, perché c'è chi comincia a dire che l'Olocausto non c'è mai stato.
Che è una favola.
Una menzogna.
Dobbiamo farlo, perché dobbiamo ricordare. Ci piacerebbe dimenticare, ma non possiamo permettercelo. E' un debito che abbiamo nei confronti delle generazioni future: ricordare. Ricordare, perché un domani, possiamo starne certi, qualcuno ci chiederà o, peggio, chiederà ai nostri figli, di impugnare le armi.
Ci proporranno una causa giusta.
O forse ci abbaglieranno con discorsi bugiardi.
E noi dovremo ricordare. I nostri figli dovranno ricordare.
Perché è il ricordo il mezzo più potente per vedere attraverso le bugie di chi sta al potere.

25 Aprile non deve significare solo la Liberazione d'Italia nell'occasione dell'anno 1945. Non è per questo che i partigiani hanno combattuto e sono morti. Il loro sacrificio non è stato fatto unicamente per l'iberare l'Italia in quel momento.
25 Aprile deve significare la Liberazione da tutte le guerre.


Noi siamo stati fortunati perché siamo nati dopo quegli anni, ma in tempo per ascoltarne il racconto.
I nostri figli saranno altrettanto fortunati?

sabato 19 aprile 2014

20000 Posts Under the Web

 Per questo traguardo, voglio omaggiare Jules Verne, autore di uno dei miei libri preferiti di sempre.

Esatto, abbiamo sfondato anche questo muro. Magari non è un numero impressionante, 20000 visite in cinque anni di blog, ma è un traguardo che mi fa comunque piacere.
Voglio ringraziare voi visitatori, che vi fermate qui, volutamente o per caso, a leggere le mie sciocchezze.

Grazie, davvero.

mercoledì 16 aprile 2014

Game of Thrones, SPOILERZ! - The Sequel

Mi giunge notizia che è appena stato scoperto un medicamento per gli affetti da spoileropatia.
Trattasi di medicina sperimentale, di cui troverete notizia qui.

Iniziativa potenzialmente lodevole, dato che si propone di mettere una museruola agli spoileropati più gravi (che installeranno compulsivamente la suddetta extension di Chrome), semplicemente silenziando le fonti di potenziali spoiler.

La verità è che i troll dello spoiler (a.k.a. gli untori della spoileropatia) diventeranno semplicemente più creativi con gli hashtag.


 Muore.

 Muore.

 Muore.

 Muore.

Visto? Nessuna etichetta rivelatrice. Solo immagini e una semplice parola.

#kudos!

martedì 15 aprile 2014

Game of Thrones, SPOILERZ!

No, tranquilli, non vi spoilero nulla che chi abbia già letto i libri e/o visto la serie TV non sappia già.
Se non appartenete a nessuna di queste categorie, in ogni caso sono spoiler di cui non vi frega nulla.

Quando dicevano "un trono forgiato nel dolore", intendevano l'agonia di chi deve sopportare i fan spoileropatici di Martin.

L'infinita epopea di George Martin ha dimostrato, negli anni, la capacità di allevare un certo tipo di pubblico che io definisco "spoileropatico", la cui caratteristica fondante è di vedere spoiler ovunque, anche dove non ce ne sono.
Lo spoileropatico di Game of Thrones è, in pratica, una persona che non ha idea di che cosa sia lo spoiler, ma lo teme lo stesso e reagisce aggressivamente a ogni cosa che percepisce come spoiler. La gravità di questa malattia è misurabile per gradi:
1 - Lieve - Accoltellamento in seguito alla rivelazione della morte di Ned Stark. Questo è ancora il livello base, in cui l'ippocampo reagisce allo stimolo fornito dall'input spoileroso della morte di quello che tutti credevano fosse il protagonista della storia.
2 - Allarmante - Bava alla bocca, ringhi e altri atteggiamenti aggressivi alla rivelazione del protagonista del prossimo capitolo. A questo punto, è più facile diagnosticare il morbo e prescriverne la cura a base di forti psicofarmaci. Questo è l'ultimo livello curabile. Hinc sunt leones, se mi permettete la licenza.
3 - Grave - Strepiti, lacrime, capelli strappati e viso graffiato per l'indicazione del numero di pagine del prossimo romanzo. Il manifestarsi dell'epidemia è palese, ma purtroppo è già in stadio troppo avanzato per una cura. Si raccomanda la quarantena e l'allontanamento dalle comunità internettiane.
4 - Terminale - si arriva all'automutilazione per lutto e ad atti a sfondo sadico per frasi non correlate, ma percepite come possibile traccia di spoiler. Soluzione: abbattere con un fucile a pompa e bruciare il corpo, o potrebbe tornare dalla tomba.

Controllate amici e familiari, alla ricerca di questi sintomi, tenendo presente che, minore è la comprensione del concetto di spoiler, più avanzato sarà lo stadio della malattia.
Bisogna agire, prima che sui nostri saloni cada la pioggia, con nessuno rimasto per ascoltare.


mercoledì 9 aprile 2014

See you on the Other Side, Warrior

Ieri se n'è andato il mio wrestler preferito di tutti i tempi.
Non voglio dire nulla, perché avrei paura di suonare come le righe di luttuosi piagnoni attentionwhoristi che, appena muore uno famoso, lo fanno sapere sui social media come se fosse stato loro parente.

Anzi, alla fine, non c'è nulla da dire, perché ha già detto tutto lui nel suo discorso alla WWE, un giorno prima di morire.

No WWE talent becomes a legend on their own. Every man's heart one day beats its final beat. His lungs breathe their final breath. And if what that man did in his life makes the blood pulse through the body of others and makes them believe deeper in something larger than life then his essence, his spirit, will be immortalized. By the story tellers, by the loyalty, by the memory of those who honor him and make the running the man did live forever. You, you, you, you, you, you are the legend makers of Ultimate Warrior. In the back I see many potential legends. Some of them with warrior spirits. And you will do the same for them. You will decide if they lived with the passion and intensity. So much so that you will tell your stories and you will make them legends, as well. I am Ultimate Warrior. You are the Ultimate Warrior fans. And the spirit of the Ultimate Warrior will run forever!

Nessuno dei talenti della WWE diventa una leggenda da solo. Un giorno, il cuore di ogni uomo batterà il suo battito finale. I suoi polmoni esaleranno l'ultimo respiro. E se ciò che quell'uomo avrà fatto in vita farà pompare il sangue nel corpo di altri e farà loro credere in maniera più profonda in qualcosa di più grande che la vita [pura e semplice], allora la sua essenza, il suo spirito, diverrà immortale. Attraverso i narratori, attraverso la lealtà, attraverso coloro i quali lo onorano e seguono il percorse che ha tracciato vive per sempre. Voi, voi,voi, voi, voi, voi siete i creatori della leggenda di Ultimate Warrior. Sullo sfondo vedo molte potenziali leggende. Alcuni di loro hanno lo spirito guerriero. E voi farete lo stesso per loro. Voi deciderete se avranno vissuto con passione e intensità. Così tanto da permettervi di raccontare le vostre storie e fare anche di loro delle leggende. Io sono Ultimate Warrior. Voi siete i fan di Ultimate Warrior. E lo spirito di Ultimate Warrior continuerà per sempre!


Una leggenda del wrestling se n'è andata, un eroe della mia infanzia. E se anche voi avete saltato dal divano sui cuscini disposti sul pavimento facendo finta di essere lui sul ring, probabilmente dispiacerà a voi quanto a me.

martedì 1 aprile 2014

[Bonus Round] Nikola Tesla for Dummies and Other Weird Stuff

Di base, stesso identico esperimento del post precedente, stesso copione, ma in aggiunta trovate un sacco di altre cose buffe che si possono fare con acqua e altre cazzatine.


Nikola Tesla for Dummies


Nikola Tesla, agli albori del '900, concepì il modo di far viaggiare l'elettricità attraverso l'aria, in maniera innocua per l'uomo. Steve Spangler ci spiega come in questo divertente video:




Mi mette tristezza che qui in Italia, il massimo che si sia raggiunto in questo senso sia stato Paco Lanciano a Superquark (saltuariamente e, in quelle rare istanze, sempre con esperimenti tutto sommato banali). Poi, evidentemente, questo modello divulgativo è stato considerato troppo efficace per la mediocrità abissale della TV italiana (o dovrei dire per il cretinismo, perché la mediocrità sta ancora qualche gradino più su) ed è stato abbandonato.
Perché, a parlare di scienza qui in Italia, magari si viene pure condannati per stregoneria.


Unlimited... POWERRR!

martedì 25 marzo 2014

[Il Viaggio dell'Eroe] - Willow

Questa volta, per parlare del Viaggio dell'Eroe di Vogler, ho scelto il film Willow (1988, di Ron Howard, storia di George Lucas, con Warwick Davies, Val Kilmer e Johanne Whalley).
Il motivo è semplice: il film segue quasi religiosamente i punti elencati nel manuale di Vogler, rendendolo un ottimo modo per verificare la validità delle teorie proposte a chi approccia per le prime volte a questo ottimo libro.


PRIMO ATTO

- Mondo Ordinario: Willow è un modesto fattore, pieno di debiti. Ha moglie e figli che ama tantissimo e ha un sogno nel cassetto: diventare un grande stregone per riscattarsi dalla sua condizione umile. Gli altri abitanti del villaggio lo vedono come un sognatore da deridere.

- Richiamo all'Avventura: i figli di Willow trovano la neonata Elora in riva al fiume. E' inseguita dalla malvagia regina Bavmorda, che vuole ucciderla.

- Rifiuto del Richiamo: Willow rifiuta di adottare la bambina. Ha già troppi guai per la testa.

- Incontro con il Mentore: Willow si sottopone alle prove per diventare stregone, ma il Saggio Holdwyn lo rifiuta. Willow, nonostante sia un abile prestigiatore, capace di eseguire alcuni semplic trucchi, non ha ancora abbastanza fiducia in sé stesso per riuscire. La soluzione all'enigma, rivela Holdwyn, è sempre stata nelle mani di Willow (letteralmente).

- Varco della Prima Soglia: gli sgherri di Bavmorda arrivano al villaggio, alla ricerca di Elora. E' necessario portarla via, per affidarla a gente più esperta.

SECONDO ATTO - Incomincia con il viaggio di Willow.

- Prove, Alleati, Nemici: Willow incontra Madmartigan (uno scapestrato giramondo che vive di espedienti), Rool e Frangine (due gnomi incaricati di proteggere Elora). Assieme a loro, intraprende la ricerca della strega Reziel, che può aiutarli a sconfiggere Bavmorda e salvare Elora. Verranno ostacolati da Sorsha, figlia di Bavmorda, che guida le armate della regina. Dopo numerose peripezie, il gruppo si dirige verso l'ultima speranza: il Castello di Tyr Aslynn.

- Avvicinamento alla Caverna più Recondita: il castello è però già stato distrutto da Bavmorda ed è infestato da troll. Willow e la sua banda dovranno affrontare una pericolosa battaglia per proteggere Elora.


- Prova Centrale: la battaglia è durissima e, nonostante la strenua difesa di Willow e dei suoi amici, Kael, Generale fedele a Bavmorda, riesce a rapire Elora e a fuggire, portando l'infante alla malvagia regina.


- Ricompensa: la battaglia, pur avendo esito negativo, finisce per ricompensare gli sforzi degli eroi. Arrivano i rinforzi, con cui Willow potrà sperare di sfidare Bavmorda direttamente nel suo castello, dove Elora è stata portata. Inoltre, Sorsha, innamoratasi di Madmartigan, è ora diventata una preziosa alleata.

TERZO ATTO - Si apre quando ci troviamo di fronte ai cancelli del castello di Bavmorda.

La Via del Ritorno: il piano di Willow, che ha ormai trovato il coraggio di credere in sé stesso, ha successo e l'esercito suo alleato, guidato da Madmartigan, riesce a entrare nel castello, costringendo i soldati della regina a una feroce battaglia. Reziel, accompagnata da Sorsha e Willow, sfida Bavmorda in un estremo tentativo di salvare Elora, ma sia Reziel che Sorsha vengono facilmente battute dalla malvagia regina.

Resurrezione: quando tutto sembra perduto, Willow si fa coraggio e affronta la prova estrema. Lui, piccolo e senza grandi poteri, contro la più potente strega del mondo. In palio, la vita di Elora e il destino del mondo. Tutti gli aiuti magici ricevuti finora si rivelano inutili: la chiave della vittoria, come pronosticato dal Saggio Holdwyn, è sempre stata nelle mani di Willow che, eseguendo un semplice trucchetto di prestigio, di quelli che usava a casa, distrae Bavmorda, facendole perdere il controllo del proprio potere, che la consuma, uccidendola.

Ritorno con l'Elisir:Terminata la battaglia e con il mondo straordinario di nuovo in pace, Willow si avvia sulla strada di casa, portando con sé il segreto per diventare uno stregone. Giunto nuovamente al villaggio, si ricongiunge con la famiglia adorata e dimostra a tutti di aver realizzato il proprio sogno. Ora nessuno si prenderà più gioco di lui.
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