lunedì 23 giugno 2014

Redemption is Spelled D-O-N-T

Il bello di un gran personaggio cattivo è, banalmente, il suo essere cattivo.
Quando un personaggio cattivo diventa buono, non siamo davanti a un gran colpo di scena. Non stiamo approfondendo il carattere del personaggio. Lo stiamo banalizzando.

Non sto parlando di quei personaggi che sembravano solo essere cattivi, invece erano solo incazzati neri.
Né sto parlando di quei personaggi che completano un percorso di redenzione con il sacrificio estremo.

Queste sono cose che hanno una loro funzione nell'arco narrativo.

Sto parlando di tutti quei personaggi che piacciono un sacco al pubblico, quindi dobbiamo per forza farli diventare buoni, dar loro un retroscena che in qualche modo giustifichi il loro essere malvagi.
No, cazzo.
Un personaggio malvagio non ha bisogno di essere altro che sé stesso.

Pigliamo Darth Vader. E' l'esempio perfetto, perché ci permette di vedere come, pur redento in modo giusto, il personaggio esca malconcio dall'operazione del prequel.

Cattivo perfetto--

Di lui non si sa nulla, eccetto che ha tradito i Jedi e li ha sterminati. E' il capo militare dell'Impero, il braccio destro dell'Imperatore stesso ed è una macchina da combattimento pressoché inarrestabile. Quando entra in scena, sai che per i buoni l'unica speranza è la fuga.
Cattivo esemplare, domina per tre film e completa il suo ciclo con un atto di redenzione definitivo: si sacrifica per salvare il proprio figlio.
Epica moderna nel suo stato più puro.

Poi, entra in gioco il prequel. E ci viene spiegato il perché e il percome di tutto il drammatico percorso psicologico che parte dal bambino di buon cuore, generoso e altruista, al mostro di metallo nero dalla mente contorta. Ma il saperlo ci toglie tutta la minaccia del personaggio originale.

-- Personaggio banale.
Non hanno aiutato la recitazione tipo ciocco da camino e i dialoghi scritti pensando a una mozzarella morta.
 
Il personaggio ne esce umanizzato, riusciamo a capire perché sia passato al Lato Oscuro e, francamente, non possiamo non condividerne il pensiero: chi non ha qualcuno per cui rischierebbe tutto, persino la propria integrità morale?
Ma il bello di Darth Vader era proprio il suo essere disumano: uccide il suo vecchio maestro. Giustizia i suoi sottoposti senza un attimo di rimorso. Taglia la mano a Luke, che è suo figlio. Quando scopre di avere una figlia, il suo primo pensiero è di farla diventare un essere malvagio e mostruoso quanto lui. E il fatto di non sapere il motivo per cui sia un tale mostro disumano ne aumenta la potenza: non sappiamo, dunque non comprendiamo, dunque non giustifichiamo, non ci immedesimiamo in lui.

O Maleficent, protagonista del recente blockbuster: ne La Bella Addormentata nel Bosco, Malefica è la strega cattiva, che si infuria per non esser stata invitata al battesimo della principessa e per questo mette in atto una vendetta tremenda.
Che bisogno c'è di sapere altro su di lei? Fa paura perché di lei sappiamo solo che è malvagia ed egoista.
Non abbiamo bisogno di sapere che una volta lei era buona. Non abbiamo bisogno di sapere che è stata tradita e che le son state bruciate via le ali con il ferro. Anzi, è dannoso, perché la giustifica. E se è giustificata, allora è meno malvagia: diamine, sarei incazzato anch'io se mi affettassero per tornaconto personale.

Chi è la più buona buonina?
E la più cattiva cattivona?

In definitiva, quando un personaggio cattivo viene spiegato, non lo abbiamo approfondito.
Lo abbiamo rotto.

PS: grazie a Davide per avermi fornito, come spesso accade, lo spunto per questo post durante una conversazione cinematografica.

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