giovedì 30 gennaio 2014

Sunday, Bloody Sunday

30 Gennaio 1972, Domenica.

Città di Derry, Irlanda.

Una manifestazione di protesta contro la discriminazione della minoranza cattolica nell'Irlanda del Nord si trasforma in tragedia quando un reggimento di paracdutisti inglesi, stazionato nella città per il mantenimento dell'ordine pubblico (ricordiamo che in quegli anni l'IRA viveva un picco di attività), apre il fuoco sulla folla, uccidendo Jack Duddy, un giovane manifestante.
Mentre i manifestanti fuggono terrorizzati, i militari continuano il fuoco di fila con armi automatiche, uccidendo altre dodici persone e ferendone 14, molte delle quali mentre cercavano di prestare soccorso a quelli già colpiti.

In questi giorni, in cui la cronaca ci riporta a quei tragici avvenimenti, è ancora più importante ricordare.

Ora, però, cedo la parola alle immagini, perché non c'è altro da dire.

Edward Daly sventola un fazzoletto bianco, macchiato del sangue di Jack Duddy, mentre il giovane morente viene soccorso.

Il corpo di Jack Duddy.

Un'altra vittima.

Affresco commemorativo della Bloody Sunday.


Per chi volesse saperne di più, qui ne viene fatto un buon resoconto, completo di svariati link.

giovedì 16 gennaio 2014

L'Allegro Emporio dell'Autore Errante

Ovvero, oggi parliamo delle cose senza le quali un autore non dovrebbe muovere nemmeno tre passi fuori dalla porta.

Et io farò de voi quattro un'armata veloce et ardita, che sia veltro e lione al tempo istesso!


#1 - il telefono cellulare.
Perché: devi essere reperibile sempre.

Cosa: un buon cellulare, meglio se uno smartphone. Devi essere non solo in grado di trovare almeno una tacca di linea in qualunque angolo del cielo, della terra o degli abissi, foss'anche l'Inferno, ma anche ricevere in tempo utile qualunque mail ti venga mandata. Pigliatevi uno smartphone buono, che ne vale la spesa.

Contro: al cinema, spegnilo, o ti rovescio la vaschetta dei pop-corn in testa e poi annaffio il tutto con la bibita sputazzata del mio vicino.

Qui, una serie di review degli smartphone migliori del momento.

#2 - una matita.
Perché: devi essere in grado di scrivere sempre.

Cosa: una buona matita di quelle automatiche, con le mine da 0.5 e gommino incorporato nel cappuccio; pratica, sempre a disposizione, non devi temperarla mai. Perché non una penna? Perché la penna ha l'inchiostro che a) non puoi cancellare, b) in determinate circostanze, potresti non essere in grado di scrivere decentemente (inchiostro secco, per esempio).

Contro: devi ricordarti di controllare periodicamente il serbatoio delle mine.

Nailed it!


#3 - un blocchetto per gli appunti.
Perché: vedi punto 2, se non ci arrivi, duh.

Cosa: una moleskine è l'ideale. Copertina rigida, un sacco di pagine completamente bianche, la carta tiene benissimo il segno della matita. Abbine cura, perché questa è la piattaforma su cui annoti le tue idee e tu, sulle tue idee, ci campi. Sentiti libero di staccare la mano a morsi a chiunque provi a sfiorarla e sii paranoico nei suoi riguardi: se non controlli di non averla persa almeno due volte al giorno, non la stai usando correttamente. Mai più distante di un braccio dalla tua persona fisica. Deve essere parte di te quanto i tuoi reni.

Contro: le moleskine non hanno un prezzo propriamente cristiano, ma almeno non si rovinano facilmente come altri supporti cartacei.

Ari-nailed it!


#4 - una giacca piena di tasche.
Perché: per tenere tutta la roba dei punti precedenti.

Cosa: una qualunque giacca, purché abbia un sacco di ampie tasche in cui tenere tutto quanto. Meglio se con cerniere o flap abbottonabili, così non cade nulla. Perché la giacca e non, per esempio, uno zaino o un manpurse? Perché il manpurse fa schifo (anche se d'estate non si ha scelta) e nello zaino la roba non è sufficientemente a portata di mano. Squilla il cellulare, devi averlo in mano. Ti viene l'idea, devi scriverla entro mezzo secondo.

Contro: d'estate, ti tocca il manpurse, che fa cagare, oppure dei pantaloni con tasche sigillabili. Oppure fai come Fonzie e sudi come un porco. A te la scelta.

Tasche, tascone, taschine, taschette, fate come vi pare, basta che ce ne siano abbastanza per tutto.

lunedì 13 gennaio 2014

[Bonus Round of the Day] - Lavorare Freelance in Italia

Questa volta, non dico nulla, lascio direttamente la parola ai video linkati qui sotto, che valgono oro.







Grazie a Lorenzo Fantoni (scrive su Linkiesta.it, PlayStation Official Magazine Italia, Wired Italia, Eurogamer.it, insomma scrive un sacco di roba interessante) per la segnalazione.

L'Entusiasmante Torneo Tremaghi!

Giusto in questi giorni, leggendo Il Calice di Fuoco per questo incriminato post (o meglio, per i post che avevo in mente di pubblicare in sua vece), ho notato come deve sentirsi il tipico spettatore medio del Torneo Tremaghi.

Vediamolo pure noi.

La prima prova consiste nello sfuggire a un pericoloso drago.
Dagli spalti, gli spettatori vedono questo:

Aaargh! Un Drago!
 
Oddio, ora lo mangia!
 
Aaargh! FUOCO!
 
La prima prova  è effettivamente un delirio di adrenalina, considerando che è come stare allo stadio, solo che, invece dei giocatori, c'è un drago libero che sputa fuoco.

La seconda prova, consiste nel nuotare in fondo a un lago per salvare alcuni ostaggi rapiti dalle sirene. Tempo: un'ora.
Dagli spalti, la scena è più o meno questa:

5 minuti...

10 minuti...
 
18 minuti...
 
33 minuti...
 
42 minuti...
 
Alla fine dell'ora, lo spettatore medio probabilmente trova più interessante la vernice che asciuga.

Terza prova: entrare in un labirinto pieno di trappole magiche, mostri terrificanti e trabocchetti di ogni sorta.
Tempo: fino a che qualcuno non raggiunge la coppa.

Partiti!
 
...
 
L'altro giorno, mio cugino mi diceva che l'amica della moglie di suo cognato gli ha detto che il nipote del figlio della zia di un suo amico scozzese...
 
Ma sono arrivati?
 
M'è parso di vedere la nebbia muoversi, laggiù in fondo a destra prima della svolta a sinistra...
 
In sostanza, spero che il biglietto non costi molto.
Oppure, aridatece i draghi.

domenica 12 gennaio 2014

Storie come il Prosciutto

Avrete presente la fatidica domanda al banco del salumiere: "Che faccio, lascio?"
Per lo più, viene fatta quando si tratta di pochi grammi.
"Ho fatto due etti e mezzo, che faccio, lascio?"
Altre volte, il furbone ci prova comunque: "Ho fatto cinque etti, lascio?"

Come rispose una volta un mio amico: "E lascia stocazzo!"

Fanno 25kg, lascio?
 
Questo perché a tutti va bene spendere quel poco in più: suvvia, il prosciutto è buono, mezz'etto in più fa sempre piacere e non pesa sullo scontrino. Quando però esageri, il costo mi rimane sullo stomaco.

Ecco, le storie (tutte, a prescindere dal media di origine) funzionano alla stessa maniera: ognuna ha il suo passo e il suo respiro, ognuna chiede uno spazio diverso. Non appena l'autore se ne approfitta, il lettore se ne accorge, perché, come il cliente del supermercato, non è stupido e, se sgarri di poco, passi, tutto sommato la storia è bella. Se però di un libro di trecento pagine scarse me ne tiri fuori tre film di tre ore ciascuno, te lo dico di cuore: "Trilogia stocazzo!"

Riferimenti a trilogie veramente esistenti sono puramente casuali.

giovedì 9 gennaio 2014

Bloggari Rosiconi

Questo non è il post originale, come forse alcuni di voi potranno aver notato.
Il motivo per cui ho cancellato il post originale (Harry Potter and the Ludicrous Amount of Bullshit We Are Supposed to Accept - part 1) è presto detto: ho ragionato molto sul pezzo da preparare (anzi, sui pezzi, dato che ne avevo previsti tre).
Mi sono letto accuratamente il libro in questione, prendendo diligentemente appunti di riferimento. Volevo fare un buon lavoro.
Ho impiegato diversi giorni a mettere a punto il post, cercando di essere chiaro e di spiegare bene i vari passaggi logici che dovevano costituirlo.
Dopo averlo pubblicato, come mia abitudine, l'ho riletto, per un'ultima revisione a caccia di errori di battitura e per una sistemazione generale. Durante la lettura, mi sono trovato a disagio.
Il ragionamento era corretto, il problema non era il contenuto in sé. Il problema è che non mi piaceva l'assunto che stavo facendo nel leggere il mio stesso "pezzo", perché, mentre ero intento a valutare le mie parole, mi sono reso conto di quello che avrei pensato se avessi trovato lo stesso identico post sul blog di una persona che non conosco.
Avrei pensato di aver davanti il solito articolo del solito scrittore rifiutato dalle case editrici, invidioso del successo altrui. E mi dispiacerebbe sembrarlo, perché il mio lavoro mi piace, mi coinvolge e mi appassiona e sono ben lungi dal provare invidia per chi ha successo in esso.

Consiglio che tutti, prima o poi, dobbiamo tenere a mente.

Se mai troverò il modo di importare lo stesso articolo in maniera magari più giocosa, in maniera che non traspaia quella scomoda sensazione di "imbrattablog" che si rode nell'invidia, allora riprenderò il discorso.
Hasta luego a todos!

Wibbly-wobbly Doctor and Timey-wimey wizard spy!

giovedì 2 gennaio 2014

Buon 2014!

Cominciamo quest'anno con gli auguri.
Buon 2014 a tutti, spero che al momento stiate smaltendo una ricca sbronza e una grassa mangiata.


free counters