venerdì 18 luglio 2014

TransThor

In risposta alle accuse di mancanza di diversità tra le fila dei suoi supereroi, la Marvel ha preso Thor e l'ha fatto diventare donna.
Ok.
Posso capire che si voglia andare incontro a un'esigenza espressa dal pubblico (posto che un conto è sondare gli indici di gradimento e un altro è consentire al pubblico di dettare legge): d'altronde, l'universo Marvel, come tutti gli universi narrativi, esiste per vendere sé stesso.

Thor e il suo martellone.
Per essere più espliciti di così, bisognerebbe essere non un fumetto, ma un manuale sul simbolismo fallico.

Però, prendere un personaggio e semplicemente farlo diventare donna è una risposta zoppa.
Non me ne frega nulla del personaggio originale (che tanto è cambiato già un milione di volte, una più o una meno sarebbe il minimo).

Posto che ha la stessa credibilità di Sasha Grey icona dell''autoaffermazione femminile, quest'operazione puzza di pigrizia creativa, di pavidità editoriale, sa di manovra fatta per accontentare i fan per una o due settimane (mesi? Anni?), poi via di nuovo come prima.

Thor, dopo l'operazione.
Una vera valkyria, donna guerriera capace di autoaffermarsi a ceffoni.
Ma ha sempre il martellone. Traetene le conclusioni che volete.

Il pubblico vuole più supereroi femmina? Ottimo.
Diamogli supereroi femmina. Nuovi.
Certo, questo richiederebbe spinta creativa, dinamicità editoriale, richiederebbe di avere qualcosa di nuovo da dire.

Detto questo, magari sto pigliando una cantonata clamorosa e i fatti mi smentiranno in modo spettacolare. Non sarebbe certo la prima volta. E se questo ci conducesse a una Natalie Portman nei panni del dio del tuono, non sarebbe affatto male. Suvvia, una come lei merita sempre più screen time, a prescindere.

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