In ogni singola scena, si ha la pervadente sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato. Certo, quando Jack finisce a parlare con il barista inesistente, quel qualcosa è di fronte ai nostri occhi, ma la sensazione la abbiamo sin dalle primissime inquadrature dell'hotel e prosegue per tutto il film.
Perché? Perché c'è davvero qualcosa di sbagliato.
Guardare per credere.
Il video è solo una delle due parti che compongono un interessantissimo commentario (che trovate qui, assieme a molti altri, ugualmente interessanti, consiglio soprattutto quello su Pulp Fiction), il quale ci fa capire che l'atmosfera onirica dell'Overlook è data dalla sua geografia impossibile: corridoi che non dovrebbero essere dove si trovano, porte che si aprono su stanze che fisicamente non possono esistere nello spazio che dovrebbero occupare, intere camere che si dipanano in uno spazio in cui dovrebbero trovarsi altre stanze, finestre impossibili e stanze che cambiano posizione.
Sembrerebbe un prontuario degli errori di regia, se non stessimo parlando di Stanley Kubrick. Possibile che tutti questi particolari così ovvi siano sfuggiti a un regista diventato celebre proprio per la sua meticolosità?
Possibile, sì, ma improbabile.
Teniamo conto che, per rendere la scena efficace a livello internazionale, Kubrick girò diverse volte il momento in cui Wendy legge i fogli di Jack (All work and no play makes Jack a dull boy). In ogni versione, i fogli sono scritti in una lingua differente: tedesco, italiano, francese, spagnolo e, per ogni lingua, la frase viene adattata per rendere allo stesso livello l'idea della pazzia di Jack.
Uno così non può aver lasciato al caso particolari così triviali come quelli illustrati nel video.
Kubrick era cosciente di inserire quelli che normalmente sono errori nella spazialità ambientale, ma lo fa di proposito, trasformando l'Overlook Hotel in un luogo onirico, in cui lo spazio esiste in maniera impossibile, comunicandoci l'effetto disorientante, anche se noi non ce ne rendiamo conto.
He's fucking our brains.
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