giovedì 13 ottobre 2011

Clash of the Titans e i peplum in genere



A me il genere cosiddetto peplum piace.
Mi si potrebbe chiedere perché, dato che si tratta di film insulsi e mal recitati, con trame banali che coinvolgono sempre forzuti protagonisti, mostri di cartapesta e fanciulle in discinte vesti, sempre in pericolo.
In primo luogo, mi piacciono proprio perché ci sono i mostri di cartapesta.
Son belli i mostri di cartapesta, sono divertenti da vedere, circondati da guerrieri in improbabili armature scolpite, che agitano sottili quanto inutili lance contro di lui. E, dopo che ne ha divorati una certa quantità, sopraggiunge Ursus, o Ercole o Maciste e gli tira una roccia in testa, facendolo fuori e salvando la bella principessa, che per questo gli giurerà amore eterno.



Di questi film se ne fece una quantità realmente industriale negli anni 60 e segnò la fortuna di tutti quegli attori che potevano vantare una muscolatura erculea e una folta barba (imprescindibile).




E' con queste pellicole in mente che mi sono deciso a dare un'occhiata a Clash of the Titans, il remake del 2010.
E gli elementi del peplum ci sono tutti: ambientazione pseudo mitologica con riferimento principale all'antica Grecia, trama banale, fanciulla da salvare, mostri giganteschi e una quantità di comparse che muoiono divorate da detti mostri e/o schiacciate sotto le macerie della città che crolla (altro elemento amatissimo nei peplum di vecchia gloria).
Mi sono divertito un sacco a guardarlo, nonostante le assurdità e, di quando in quando, i vari dei ex machina che aiutano la sconclusionata storia ad andare avanti.
Notevole la resa degli dei olimpici, così riminiscente dei giochi di luce dell'Excalibur di Boorman (1981).
Se siete appassionati del genere, questo film è consigliato. Altrimenti no, non fa per voi.

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