domenica 5 luglio 2009
Transformers 2 - Quando la trama va per i fatti suoi
Come si evince dall'immagine, parleremo di Transformers 2. Manco a farlo apposta abbiamo appena parlato di sintesi, cercando di apprendere dalle stupende tavole di Mike Mignola.
Questa volta mi piacerebbe cercare di parlare di nuovo della sintesi (tra le altre cose), partendo però non da un esempio positivo, bensì da uno negativo: Transformers 2, appunto.
In breve, la trama ha due filoni principali: da un lato i cattivi (Decepticon) vogliono distruggere l'umanità, mentre i buoni (Autobot) la proteggono. Dall'altro c'è la situazione sentimentale fra Sam e Michela.
Nulla di eccessivamente complesso né originale, ma io sono del parere che, gestita bene, anche la più classica delle trame è avvincente.
Non è questo il nostro caso.
Tanto per cominciare, essendo questa la trama, tre ore (suppergiù) di film fanno sentire puzza di bruciato.
Infatti, uscendo dal cinema, viene da chiedersi se fossero proprio tutte necessarie; non sarebbe stato il caso di togliere qualcosa, magari?
Di sintetizzare meglio?
Transformers è piagato da tutta una serie di divagazioni che rallentano eccessivamente la storia, senza portarci di un passo più vicini alla soluzione, né un passo più lontani. Intere scene sprecate su personaggi secondari, addirittura poco o per nulla interessanti, con il solo intento di cercare la risata.
Male: si sacrifica l'efficacia della trama per il "bene" di personaggi inutili, di cui tra l'altro il film è pieno zeppo. Qui, purtroppo, ci sarebbe da fare un discorso a parte: l'unico personaggio a modificare l'andamento della trama è, alla fine, solo Sam, il protagonista. Non abbiamo né degni antagonisti (capaci solo di limitarsi alle trite e ritrite frasi minacciose), né degni comprimari. Fa tutto il divo Shia LaBoeuf.
Tanti -troppi- dei Transformers che vediamo si limitano a essere lì, puramente perché la Hasbro (non a caso nei titoli di testa compare "in collaboration with Hasbro") produce la serie di giocattoli. Siamo d'accordo: il merchandising è l'anima del guadagno sui film, ma cerchiamo di non rendere le cose così smaccatamente ovvie, per favore.
Numerosissimi sono i personaggi di cui si perdono semplicemente le tracce: accompagnano -senza fare nulla- il protagonista e poi, semplicemente, nel finale vengono dimenticati.
Sono errori che uno si aspetta di ravvisare nel lavoro di un principiante al suo primo soggetto.
Abbiamo anche un personaggio che è un deus ex machina, peraltro inutile: il compagno di stanza che, guarda caso, conosce l'unica persona sul pianeta in grado di tradurre il linguaggio dei Transformers e può portare Sam e Michela da lui. Un chiaro esempio di deus ex machina: un problema risolto con un intervento ad hoc dall'alto. Ho detto che si tratta di un deus ex machina inutile perché, questo traduttore che ci deve essere presentato è John Turturro, che già Sam aveva incontrato nel precedente film: non c'era bisogno di un nuovo personaggio per farlo entrare in gioco, perché Sam lo conosce già.
Assolto, nemmeno a metà film, il suo compito di deus ex machina, questo personaggio rimane quindi in scena senza più agire, limitandosi a urlare di terrore.
Viene giustamente da chiedersi perché si sia sprecato tempo narrativo su questi personaggi. Quando un personaggio finisce di essere utile alla trama deve uscire dalla storia. Non è ammissibile che rimanga presente senza fare nulla: il tempo dedicato a lui toglie spazio alle cose interessanti.
Purtroppo la carenza di sintesi non è l'unico problema del film: abbiamo passaggi privi di qualunque logica, passaggi narrativi troppo forzati, che annullano la suspension of disbelief, le soluzioni ai nodi di trama sono semplicistiche e mal gestite, al punto da chiedersi: "Se è sempre stato possibile fare così, perché non farlo subito?"
Alla fine il film si riduce a essere una sequenza di scene d'azione confuse, difficili da seguire e tenute assieme con il nastro adesivo, intervallate a lunghissime e inutili scene comico-demenziali piene di parolacce e varie volgarità gratuite che possono divertire solo il pubblico più ingenuo.
Transformers 2 è quello che un professionista non dovrebbe mai fare: è un esempio eclatante di mancanza di rispetto e considerazione verso il pubblico. Con questo non voglio fare discorsi roboanti né idealisti, ma, più semplicemente, dire che la fonte di guadagno di uno sceneggiatore è il pubblico (anche indirettamente, attraverso i compensi delle case editrici) ed è stupido trattare male chi ti permette di avere introiti. Ovviamente questo è un discorso applicabile non solo al mio campo, quello degli sceneggiatori, ma a qualunque altro ruolo legato alla creatività.
Bene, con questo chiudo, per oggi.
Hasta luego!
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