domenica 14 luglio 2013

[Pacific Rim] Del Toro I Love You

Anni fa, mentre si cominciava a parlare di fare il film Lo Hobbit, Guillermo del Toro avrebbe dovuto far parte del progetto. Accadde che Jackson tanto fece il bimbominchia, che Del Toro gli fece una pernacchia e si dedicò ad "altri progetti". Del Toro divenne il mio eroe.

Se il risultato è Pacific Rim, allora Del Toro è appena diventato il mio eroe per la seconda volta con una sola agile mossa.

E' bastata quest'immagine a volermi far vedere il film.
 
Vi avviso, potrei fare qualche SPOILER.

Pacific Rim è un film geniale. Hanno detto che è il film del secolo. Vero, verissimo. Ma è anche di più. Pacific Rim è un buffet di classe apparecchiato per quelli che, come me, come migliaia di altre persone, sono cresciute a pane e robottoni giganti. Sarebbe facile, ora, pensare che solo chi è cresciuto con i robot giganti possa apprezzarlo, ma non è così: è un film, secondo me, che ha tutte le carte in regola per appassionare chi non è cresciuto con questo genere. Ogni portata è una delizia per gli occhi e per il bambino che vive dentro di noi e, alla fine, ne vuoi ancora.
Non c'è antipasto: non si perde tempo a introdurre, a costruire i personaggi... Pacific Rim promette robottoni contro alieni giganti e quello serve, cucinato alla perfezione. Tutto quello che è superfluo viene eliminato.
Non si perdono i 40 nolaniani minuti di inutile costruzione psicologica del personaggio.
Non si perde tempo a costruire un'inutile tensione: il primo Kaiju si vede a 30 secondi dall'inizio del film.

1, 2, 30... Kaiju! E già la nutella sale...


Il film dura due ore e spiccioli, non tre e mezza, come sempre più registi acclamati vogliono abituarci. E sono due ore e spiccioli di adrenalina alla nutella.

La presenza dei Kaiju (mostroni) e dei Jaeger (robottoni) non è nemmeno esageratamente soffocante: c'è il giusto di ciascuno, abbastanza per esser sazio di massacro fra esseri alti cinquanta metri, ma non così tanto da fare indigestione.
La storia? Quel che basta: ci sono mostroni che vogliono distruggere l'umanità e le varie nazioni mandano i  robottoni a eliminarli.







I Jaeger.

Le scene d'azione sono bellissime, una gioia per gli occhi. Uno dei maggiori problemi da quando è stata introdotta la CGI e i registi hanno capito di poter far vedere letteralmente qualunque cosa, è che le scene d'azione sono diventate mediamente pasticci rapidissimi incomprensibili, o noie mortali al rallentatore.
Negli ultimi 15 anni di cinema, con la CGI si è giocato, come bambini con il giocattolo nuovo, senza però capirne i limiti.
Si pensi a Transformers: chi ricorda una (UNA) scena d'azione comprensibile? Io no.

Del Toro ci regala un gioiello dopo l'altro, senza mai risultare prolisso o ripetitivo nel mostrarci degli incontri di wrestling tra giganti di carne e metallo. Cannoni al plasma dalle braccia, missili dal petto, lame rotanti, spade a catena, c'è tutto e, quando questo non basta, si usano container come tirapugni e navi petroliere come mazze da baseball.

Quaranta piedi (dodici metri) d'acciaio. I robottoni li pigliano a MANCIATE per usarli come tirapugni. Gan it get cooler than this?

You can bet your ass it can!

I personaggi sono tratteggiati quanto basta a non fare da tappezzeria, ma non predominano mai come accade, prendo di nuovo come esempio, nel Trasnformers di Michael Bay (che evidentemente non ha chiaro che si andasse a vedere il film per Optimus, non per Shia LaBoeuf).

C'è lui, che ha perso il fratello in una battaglia contro i Kaiju, c'è lei, che ha perso la familia in un assalto dei Kaiju e c'è il comandante, figo e cazzuto. Ci sono persino i due scienziati con evidente sottotesto gay, che ricordano non poco Tahei e Matashichi (The Hidden Fortress, di Akira Kurosawa, 1958).

Basta, il resto è folla di contorno. Non abbiamo i cinquanta personaggi inutili di cui Nolan o Jackson ci hanno più volte rimpinzato fino al mal di pancia (e, se si guarda Dark Knight Rises, il mal di pancia è praticamente letterale).

Le scene degli attacchi alle città sono bellissime e mettono addosso una paura dannata, soprattutto grazie alle sirene d'allarme: saranno i racconti di guerra dei miei nonni ad avermi influenzato, ma quando sento una sirena antibombardamento, mi corre un brivido lungo la schiena.

Il tutto coronato da una colonna sonora perfetta.







E' un film di quelli che, fra qualche anno, chi dirà di non averlo visto al cinema dovrà vergognarsi. Agite di conseguenza.

Nessun commento:

free counters