sabato 8 giugno 2013

Superman, durante l'attesa

Superman è un personaggio che non mi è mai piaciuto esageratamente, forse perché è difficilissimo da gestire, narrativamente parlando.
E ora che non si può scorrere una pagina di Firefox (o Chrome - do per scontato che nessuno sia così pazzo da usare Explorer) senza vedere cose che parlino del film di Snyder di prossima uscita, mi trovo, volente o nolente, a riflettere su questo personaggio.

Art by Jim Lee

Dicevamo, quindi, che Superman non è certo nella mia top ten dei supereroi. Già il concetto di supereroe non è fra i miei preferiti: c'è qualcosa nel disporre di poteri o capacità straordinarie per poter affrontare lo straordinario che, ai miei occhi, toglie potenza alla parola eroe. Non è una questione derivante dalla lettura dei fumetti, bensì dalla mitologia.
Prendiamo per esempio il duello fra Achille, eroe acheo invulnerabile, ed Ettore, campione della città di Troia, normalissimo essere umano. Quando Achille, che è il "buono", dal punto di vista del narratore, sfida Ettore, lo fa sapendo benissimo di non correre alcun rischio. Non è un atto di coraggio, il suo. Ettore, invece, scende in battaglia ben sapendo di essere un uomo fra gli uomini e che la sua vita potrà finire in qualunque momento.
Ma sto divagando.
Diciamo che il concetto di supereroe non mi entusiasma eccessivamente, perché affrontare il generale Zod quando si è l'uomo più forte dell'Universo è certamente più facile che non se sei un John McClane qualunque, allo stesso modo in cui affrontare Darth Vader è più facile se sei Luke Skywalker che non un Han Solo qualunque. In sostanza, mi piace più il concetto di eroe che non quello di supereroe, perché è più proletario. Non sei l'eletto, non hai doni speciali, non sei "più ricco": sei solo un povero cristo qualunque che tenta di fare qualcosa che è più grande di lui.

Ma sto divagando di nuovo. Parlavamo di Superman. Non mi piace, non mi è simpatico e lo apprezzo addirittura meno di qualunque altro supereroe. Ma.
Eh sì, c'è un "ma" in questo discorso: c'è qualcosa, nella mitologia intrinseca di Superman, che, nel momento più disperato, quello in cui tutto è perduto e da lontano vedi arrivare in volo tutina blu & mantellino rosso svolazzante, ti fa sussultare, ti fa dire "siamo salvi", in una maniera che nessun altro supereroe riesce a eguagliare.
Solo per questo, io mi sento di rivalutare Superman.
Perché è la speranza.
Non a caso, è quanto detto in Birthright (DC Comics, 2003-2004, by Mark Waid).

Ma si sa, chi vive sperando...

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