Basata sui romanzi del ciclo A Song of Ice and Fire di George Martin, questa serie ne è la trasposizione televisiva. E che trasposizione!
LA HBO non ha davvero badato a spese per ricreare il mondo di Martin, con un livello di realismo e dettaglio visto finora soltanto in film come la trilogia de Il Signore degli Anelli di Jackson. Vestiti, armi e scenografie meritano davvero un applauso per il loro realismo. E nemmeno per gli attori si è lesinato, creando un cast pieno di ottimi caratteristi quali Sean Bean (Il Signore degli Anelli, Ronin), Julian Glover (Indiana Jones e l'Ultima Crociata), Peter Dinklage, Mark Addy (Full Monty), Charles Dance e il rocciosissimo James Cosmo (Highlander, Braveheart).
Il logo della serie.
Certo, alcuni trucchetti hanno dovuto essere adottati per effettuare certe scene: il campo dei nomadi Dothraki, descritto su carta come un ammasso di centomila persone a cavallo, risulta assai ridotto su schermo, ma pur sempre credibile (il vecchio trucco di mettere le comparse in fila per uno e farle marciare, mentre la cinepresa stringe il più possibile). Le battaglie avvengono off-screen e si cerca di riprendere il più possibile in interni.
Di contro, abbiamo una varietà di ambienti raramente vista in una serie TV: si passa da gelide terre ghiacciate a fiorenti coste meridionali, verdi colline, passi montani, steppe e deserti, il tutto a ricreare un mondo estremamente verosimile e realistico.
Altro enorme merito di questa serie è quello di aver proposto un adattamento degno di questo nome: toglie quando deve togliere e quel che aggiunge ha sempre qualcosa di nuovo da offrire (caratterizzando con grande profondità determinati personaggi).
Questa è una serie che merita di essere seguita, quantomeno sul satellitare o acquistandone i DVD. Non solo perché è ben fatta (ben scritta, ben adattata, ben recitata, ben diretta), non solo perché si può essere appassionati dei romanzi, ma anche e soprattutto perché è l'unico vero rischio di impresa assunto da una casa di produzione da molti anni a questa parte. La HBO ha affrontato spese enormi, rapportate a quelle di una serie TV nascente (o anche a una ben avviata, se è per questo), offrendo al pubblico un prodotto che ritengo sia un gioiellino in ogni suo aspetto, al punto da perdonargli le occasionali scene di nudo volte esclusivamente a stuzzicare e attirare il pubblico più facilone.
Sì, la serie di libri di Martin può non piacere, ma ugualmente consiglierei di seguire la serie TV, non fosse altro che per premiare lo sforzo e il rischio della HBO. Non sono buoni samaritani, ovvio: lo fanno per il guadagno. Ma questo genere di operazioni merita di guadagnare e uscirne vincenti, perché sul tavolo viene messo in gioco qualcosa di più del solito.
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