Sei alle prime armi. Hai già spedito diversi lavori, sei in attesa delle fatidiche risposte. Oppure hai già venduto qualcosina, ma troppo poco per dire che stai effettivamente lavorando.
E, un bel giorno, arriva la telefonata.
"Senti, ho qui un progetto fighissimo e mi sembri proprio la persona adatta per portarlo avanti."
La cosa ti inorgoglisce, ti esalta (cazzo, stanno cercando proprio me!) e ti rende automaticamente ansioso di compiacere questo benefattore sceso dall'Olimpo per farti suo Eletto.
Ti chiede quanto vorresti e tu sei preso in contropiede: non hai ancora abbastanza esperienza da sapere con esattezza che cifra chiedere. Oppure lo sai, ma a questo punto ti prende il timore di ricevere un netto rifiuto, in caso di richieste troppo esose.
La cifra che spari è la metà di quello che chiederesti normalmente e probabilmente molto meno di quanto l'altro sarebbe stato capace di esborsare. E ancora il prezzo ti viene fatto pesare, quindi tu abbassi ulteriormente.
Alla fine hai una scadenza, stretta, strettissima, un lavoro enorme (ed enormemente sottopagato) e una penale in caso di mancato rispetto dei tempi.
Se a questo punto non ti sorge la domanda, te la faccio io: che sei, una società di carità ai poveri? Coop Schiavi Volontari? O la Masochisti S.p.A?
Questo è un documento molto interessante, per tutti i giovani artisti (disegnatori e non) alle prime armi, quelli dotati di un certo talento che cominciano a vedere le primissime commissioni.
Leggetelo con attenzione e, se l'inglese non vi garba, schisciate qui, dove potete trovarne una buona traduzione in italiano (posto che consiglio una visita per il blog, Roba da Disegnatori, che è molto interessante).
Le linee guida per ingaggiare un artista presentate nell'articolo originale sono da tenere ben presenti quando si ricevono offerte d'ingaggio: è possibile che chi sta dall'altro capo del telefono pensi secondo questi stessi principi. Anzi, direi probabile, soprattutto nei casi di piccoli editori o imprenditori autonomi, ma è bene tenerlo presente sempre.
Stiamo lavorando, si tratta di affari, non favori. La retribuzione che dobbiamo chiedere, se lavoriamo da professionisti, è quella appropriata al tempo che spenderemo sul lavoro.
Io l'ho trovata una lettura assai interessante.
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