lunedì 2 agosto 2010

BSG: come ti ammazzo una serie TV in due semplici stagioni


Uno degli esempi più eclatanti di cosa non fare di una serie TV, secondo me, è Battlestar Galactica (intendo la serie più recente, non quella del 1978).

La serie TV, che narra le vicissitudine degli umani sopravvissuti all'olocausto causato dai droidi ribelli detti Cylon, parte da un'ottima premessa che è una miniserie di 4 ore totali circa.
Questa miniserie ci presenta una rosa di ottimi personaggi a tutto tondo, dal primo all'ultimo, umani fino al midollo nel loro essere grandi e nei loro difetti.

Il setup, per chi non lo conoscesse, è il seguente: i Cylon sono robot intelligenti creati dagli umani che, come buona tradizione insegna, si sono ribellati, con conseguente guerra e gravi perdite da entrambi i lati.
Trent'anni dopo l'armistizio, i Cylon interrompono improvvisamente la tregua e sterminano la razza umana, lasciando poco meno di cinquantamila sopravvissuti, in fuga al seguito dell'unica nave da battaglia sfuggita all'attacco, la Battlestar "Galactica", per l'appunto. In questo già inquietante quadro, si inserisce la spada di Damocle dei Cylon creati per sembrare umani in tutto e per tutto: non si sa chi possa essere un Cylon e chi no.

La miniserie è qualcosa di epico e tragico. Grandiosa.
Segue la prima stagione, ben fatta, capace di mantenere vivo l'interesse per tutti i personaggi delineati in precedenza, senza tralasciarne nessuno (e sono tanti) e, nel contempo, tenendoti incollato alla poltrona da un episodio all'altro.
E poi c'è la lavagnetta. La lavagnetta è dove viene tenuto il conto dei superstiti e, giuro, vedere quel numero scendere episodio dopo episodio, a seconda di quanti ne muoiano strada facendo, mette un'angoscia addosso che aiuta tantissimo a immergersi nella vicenda, tanto da farti esultare quando il conteggio aumenta di uno perché è nato un bambino.

Queste premesse vengono tutte sistematicamente disattese nel corso della seconda stagione.
La minaccia rappresentata dai Cylon cala drammaticamente, rendendoli poco più che comparse. I personaggi diventano spaventosamente bidimensionali e spesso non coerenti con sé stessi. La vicenda vera muore poco dopo la metà della stagione, il conteggio dei superstiti comincia a mostrare incongruenze (e dà fastidio) con quello che succede e, dulcis in fundo, prima che i personaggi abbiano finito di dire quel che avevano da dire, si fa un salto temporale di un anno in avanti nel tempo che cambia tutto.

E' sconcertante vedere che si arriva a fine della prima stagione, ansiosi di sapere quello che accadrà dopo e ritrovarsi all'ultimo episodio di stagione due ad aspettare di vedere i titoli di coda perché ti annoi.

Pessimo. Pessimo esempio.

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